
Glen Lasio, artista e stampatore
18 Maggio 2022
parole di @ale_theia
Sono capitata negli spazi di GATE44 per caso, o meglio, grazie all’invito di un amico che è stato per una sera banditore d’asta: un’asta d’eccezione, di prove d’artista tra fotografia, pittura, illustrazione, che partiva da una cifra popolare e che per una sera mi ha fatto sentire felice di abitare in un posto come Milano, dove queste cose finalmente hanno ricominciato a succedere.
A presentarmi la piccola mostra allestita per l’occasione e alcuni dei giganteschi macchinari che hanno contribuito a creare quelle opere è Glen Lasio, artista e stampatore 34enne nato a Milano da padre italiano e madre americana, che si è avvicinato ai tempi delle scuole medie a queste tecniche ( folgorato da Keith Haring e dall’illusione di poter cambiare il mondo con l’arte, in particolare coi graffiti) e che ha continuato a sperimentarle in giro per Europa e Stati Uniti, prima di rientrare a Milano e aprire Gate44 nel 2016, dal 2020 negli spazi di via Privata Treviso 21, nell’estremo nord della città, oltre Loreto, tra viale Monza e via Padova, per chi mastica la geografia locale – tra Cimiano e Turro, per chi si orienta soprattutto con la metropolitana.
GATE44 si presenta come uno studio di incisione collaborativo che fornisce stampe in edizione limitata di grande formato e libri d’artista: l’obiettivo di Glen era quello di rompere con lo standard dell’artista che passa il tempo a lavorare e a creare in compagnia di se stesso, in una ricerca solitaria. Partendo da quelle tecniche che risalgono ai tempi di Gutenberg e che la Pop Art ha recuperato e rivisitato, segnando l’arte contemporanea, ha voluto creare prima di tutto un luogo dove l’arte diventa comunità, grazie alla presenza di professionisti e creativi che da tutto il mondo vengono per sperimentare una residenza che arricchisca entrambi, e di eventi in cui l’obiettivo è far uscire l’arte dalla solita nicchia, per aprirla a tutti.
”Io sono per natura poliedrico e curioso: noi non siamo una galleria, non ho un programma curiatorale e apprezzo sempre la trasparenza e la sincerità nella comunicazione. Quando vedo un creativo che con mi colpisce e mi trasporta, ho come primo istinto quello di volerlo mostrare anche agli altri”. Fotogiornalisti, illustratori, pittori, che sia via Instagram o in qualche mostra in giro per il mondo, l’importante è che il linguaggio sia in grado di lasciare qualcosa. Da lì nasce il contatto, volto a proporre qualcosa di indipendente, che non ha mai l’obiettivo di compiacere un pubblico, ma il genuino impulso di esplorare. Dagli artisti appena usciti dalle accademie, con un’infarinatura generale della stampa, ad artisti di oltre 70 anni già rodati, che però hanno bisogno di essere assistiti, per un 90% di donne,
“Per motivi molto diversi dai miei hanno chiesto a Duchamp come mai nella sua carriera avesse prodotto così poco: lui, che ha creato alcune delle opere più significative del Ventesimo secolo, rispose: ‘perché ho avuto la fortuna di nascere ricco e non mi devo ripetere’, come a dire: ‘i miei colleghi fanno mercato, io faccio arte, e fare arte non è un processo industriale’.” L’arte è per Lasio un modo di vivere, un processo per raggiungere la verità, e non qualcosa da riprodurre in una serie infinita – serie sì, ma comunque limitata a numeri più piccoli. “Cerchiamo una produzione di qualità, piccola e di senso.”
L’obiettivo a lungo termine è per Glen quello di diventare editori di stampe d’arte, e quindi di non dover essere pagati per produrre, ma di selezionare e avere una proposta propria da divulgare al pubblico. Logiche e politiche del mercato dall’arte sono molto lontane da ciò che gli interessa, vuole cambiare quella mentalità fondata sull’esclusività che vede ormai imperante.