
Sì, viaggiare…
1 Agosto 2021
di @ale_theia
Da bambina avevo due sogni: diventare una scrittrice di fama mondiale e fare, con più calma di Phileas Fogg, il giro del mondo. Sul primo sto ancora lavorando, c’è sempre tempo per realizzarlo, o almeno per continuare a crederci. Il libro di Stephen King On writing che sto terminando di leggere è un ottimo spunto per non arrendersi, e ve lo consiglio, che vi piacciano i suoi lavori, che vi serva qualche strumento per scrivere o che in generale amiate l’autobiografia.
Non sono riuscita per ora a esaudire nemmeno il secondo, anche se rimane nella lista di cose da fare, magari non tutto in una volta e magari non proprio adesso che la pandemia continua a imperversare, ma finalmente non mi sento più così folle a pensare di tornare a farlo. Non mi interessa tanto la sfida – è sempre meglio competere con se stessi che con qualcun altro – quanto le tante esperienze che ogni tappa potrebbe riservare. D’altronde, come si usa dire, più importante della meta è il viaggio, e se la meta coincide con il punto di partenza come posso non essere d’accordo?
Il protagonista del romanzo di Jules Verne, pubblicato per la prima volta nel 1872 si gioca 20mila sterline sfidando i soci del circolo di cui fa parte: riuscirà a circumnavigare il globo nel termine stabilito di 80 giorni, con colpo di scena finale. Scommetto che tutti abbiamo letto questo capolavoro – alzi la mano chi non lo ha mai fatto e nel caso lo recuperi, insieme al libro di King, io l’ho riscoperto per la settima o forse ottava volta nel 2020, come sempre innamorandomi – e che non serve che vi ricordi il resto della trama.
Verne si ispirava al mondo in cui viveva: pochi anni prima, nel 1869, era stato inaugurato il canale di Suez; l’anno successivo George Francis Train aveva compiuto la stessa impresa che lo scrittore francese narra in maniera avvincente e certo fantasiosa. Anche il mondo che viveva nel suo tempo a sua volta si ispirò al romanzo. Nel 1889, per il New York World, la giornalista Nellie Bly riuscì a completare il suo viaggio in 72 giorni, stabilendo un record. Fu anche la prima donna a farlo senza l’aiuto costante di altri uomini. La storia di questa giornalista straordinaria meriterebbe un approfondimento, e vi lascio anche questo spunto per riempire l’ozio agostano.
Il viaggio è uno dei temi cardine di FrameS ( e in generale della Federico Serrani. La prima collezione era ispirata proprio a Jules Verne ed altre ispirazioni di viaggio sono seguite, ricordate?), di molti degli ospiti che si raccontano e, azzardo una nuova scommessa, credo di tutte le persone che lo leggono. Non per forza un viaggio intorno al mondo. Può essere il viaggio che compiamo tutte le mattine per andare a lavorare, una trasferta, un viaggio con la mente grazie all’arte, alla musica, alla letteratura, un viaggio alla scoperta di posti così vicini che non avevamo prima preso in considerazione – spoiler: il prossimo episodio del podcast approfondirà quest’ultimo tema con un ospite eccezionale.
Io e Stefania vi invitiamo allora a condividere con noi le immagini dei vostri prossimi viaggi, dalla Puglia alla Scandinavia, dal Perù a Taiwan: taggate @federico.serrani e #frames e portateci con voi.